Il Milan e la sua cronica incapacità di far gol. Certo, dopo il 2-0 al Genoa qualcuno potrebbe prendermi per pazzo, ma chi ha visto attentamente la partita non ha constatato elementi di novità nel gioco dei rossoneri rispetto alle precedenti uscite, in cui sono arrivati due 0-0 consecutivi e ben tre 1-0 di fila. Più lo 0-0 del derby di Coppa Italia d’andata. Ci si culla sull’impenetrabilità della difesa e questo è un dato, è un fatto che non si ignora assolutamente. È un valore aggiunto. La granitica retroguardia parte da Maignan e si dipana nei calipso boys Kalulu e Tomori, due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente. Anche quando l’azione si svolge nell’area avversaria, questi tre confabulano spesso, si urlano contro, si danno indicazioni. A conferma di un feeling che è sempre più crescente. Ma la coperta resta comunque corta.
Contro il Grifone di Blessin, l’individualità ha avuto la meglio. Kalulu, schierato nuovamente come terzino, ha fatto valere le proprie doti tecniche e atletiche e ha messo in bocca a Leao un cioccolatino soltanto da mordere. Lì è arrivato il gol del Milan dopo 11’ che ha messo la partita in discesa ed evidenziato gli enormi limiti offensivi dei rossoblu, incapaci di far veramente male a Maignan. Il 2-0 che ha chiuso i conti di Messias, a conclusione di un’insistita azione rossonera nell’area avversaria, ha reso il punteggio finale più rotondo, ma nel mezzo la squadra di Pioli ha ancora una volta arrancato per finalizzare le proprie manovre.
Sui sette tiri in 90’ minuti, quattro dei quali nello specchio, sono arrivate solo due parate di Sirigu, l’ultima sul tiro di Messias che ha poi colto la respinta e segnato. Con il derby di Coppa Italia alle porte, è lecito pretendere di alzare l’asticella, sebbene il risultato ottenuto contro il Grifone non vada snobbato. Perché il Genoa nel girone di ritorno ha già fermato due avversari come Atalanta e Inter stessa e, prima di crollare a Udine, Blessin aveva messo in fila ben otto risultati utili e quattro clean sheet consecutivi. Di buono Pioli può certamente conservare lo spirito, la tigna, la coesione di una squadra che, limiti o no, allo Scudetto ci crede e lotta per esso, testa a testa con un’Inter che non ha mollato il colpo contro lo Spezia e in attesa di capire se il Napoli riuscirà a sfatare la maledizione del Maradona, battendo la Roma di Mourinho.
Dopodichè sarà Coppa Italia, gli uomini di Spalletti saranno spettatori interessati, mentre il Diavolo dovrà cercare di far gol all’Inter, perché sicuramente l’undici di Inzaghi sarà un test molto più probante per la retroguardia rossonera, e al minimo errore Lautaro e soci non si faranno pregare. Vincere non è fondamentale, molto di più sarà convincere e non lasciarsi travolgere dagli umori del tabellone finale.
La passione, dopo il weekend pasquale, continua.