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“Rigore è quando arbitro fischia.”

Nostalgia delle perle dell’indimenticabile Vujadin Boskov?

Ecco che ci ha subito pensato mister Stefano Pioli, al termine del derby milanese della semifinale di coppa Italia, con una vera chicca: «Non è fuorigioco perché Handanovic non protesta!»

Chissà cosa avrà pensato il buon, e sempre “moderato”, Samir quando ha letto queste dichiarazioni dell’allenatore avversario. Avrà forse pensato che magari con una bella “tarantella” avrebbe acquisito il diritto alla finale di Coppa Italia, senza nemmeno aspettare la fine dei 90 minuti. Perché non sono bastati tre gol, un super Lautaro, un arbitro e il Var a decretare il meritato passaggio del turno. No. C’è voluta pure una polemica sterile e il tecnico rossonero che interrompe stizzito l’intervista tv post gara perché, a suo dire, se il portiere interista non protesta, allora Kalulu non è l’uomo invisibile che in fondo, proprio ieri, tutti pensavano (chi si era veramente accorto della sua presenza in campo prima di quell’episodio?).

L’offside da sempre appassiona e divide tutti gli amanti di questo sport. Nonostante un regolamento che prova a lasciare sempre meno spazio all’immaginazione, tutt’oggi si aprono dibattiti su questo o quell’altro episodio.

La situazione di ieri rientra nelle casistiche descritte dalla Regola 12 del regolamento del calcio. In particolare: “Un calciatore in posizione di fuorigioco nel momento in cui il pallone viene giocato o toccato da un suo compagno deve essere punito soltanto se viene coinvolto nel gioco attivo interferendo con un avversario […] impedendogli di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione“.

E se è vero, come è vero, che Kalulu, in netta posizione di fuorigioco, si trova in piena traiettoria tra Bennacer e Handanovic è altrettanto vero che resta difficile calcolare una linea immaginaria. Quindi i dubbi restano e sono anche leciti.

Ciò che non va bene è pensare che una reazione (o non reazione, come in questo caso) di un calciatore debba indurre l’arbitro a prendere una decisione.

E ciò che va ancor meno bene e che sia un bravo allenatore a pensare (e dichiarare) una cosa simile.

In attesa di questo appassionante finale di campionato (e finale di coppa Italia) consiglio al buon Samir di guardare un po’ di reality show nostrani o, perché no, farsi un giro in Parlamento e acquisire tecniche di reazioni isteriche (ma volendo potrei fargli ripetizioni private anche io stessa) che potrebbero risultare determinanti.

E quindi, nonostante il tentativo di scardinare le mie certezze sulla regola del fuorigioco (dopo anni e anni di ripetizioni) caro Mister Pioli, non ci casco: FUORIGIOCO È QUANDO VAR CHIAMA. Resto un’inguaribile “BoskoVniana”.

Serena Spatola

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