Domenica scorsa è andato in scena (si fa per dire…) quello che una volta era il match più atteso del nostro campionato. Juve e Inter si sono affrontate in una gara che quest’anno ha avuto, però, più il sapore di un derby “salvezza” che l’appeal del famigerato Derby D’Italia.
Certo, non è ancora tempi di bilanci ma si confrontavano due compagini, al momento ex protagoniste nel nostro campionato, guidate da tecnici da tempo sul banco degli imputati.
Allegri e Inzaghi, alle prese con la ricerca spasmodica dell’identità delle proprie squadre, entrambi in bilico tra risultati negativi e deludenti e prestazioni appena sufficienti. Se Inzaghi può godere del recente passaggio del turno in Champions dei nerazzurri, ad Allegri è servito ciò che accadeva su altri campi per strappare il biglietto, quantomeno, per accedere all’Europa League.
Insomma, un bottino un po’ troppo misero per due squadre che “storicamente” sono considerate “attrici principali” della Serie A.
(All’uopo andrebbe “informata” la stampa Nazionale che c’è davvero una squadra che sta facendo cose esaltanti (il Napoli) DA PRIMA PAGINA…e a cui dovrebbe dedicare molto più spazio…ma questa è un’altra storia)
Tornando alla partita: è successo proprio il contrario di “tutto”. L’inter che sembrava in netta ripresa, subisce una sconfitta (forse pure eccessiva) dalla Juve che, di contro, sembrava proprio depressa e impantanata nelle sabbie mobili.
Accade quindi che, al fischio finale, gli umori della vigilia siano praticamente invertiti. Eppure, per come si stava mettendo la gara nel primo tempo, sembrava proprio che l’Inter, al netto delle occasioni avute e sbagliate, potesse avere in mano il pallino del gioco.
A risolvere la partita, nel secondo tempo, ci ha pensato invece un giocatore fantastico come Kostic con due sgasate incredibili. C’è da dire che ciò nonostante, l’Inter ha avuto anche le occasioni per pareggiare. Ma qui vengono fuori i difetti della squadra di Inzaghi: non raccoglie quanto produce e, al contrario, subisce tutto quello che concede. L’Inter è stata migliore della Juve da un punto di vista calcistico, ma non è stata cattiva. E alla Juve tanto è bastato per vincere. Insomma, da questi 90 minuti, una volta tanto attesi, viene fuori solo una consapevolezza: entrambe le squadre restano fuori dal discorso “scudetto” (a meno di impensabili “crolli” di Napoli e Milan). Ad aggiungere un velo di tristezza poi, ci si è messa anche una parte delle tifoserie, entrambe giustamente punite (per la verità sono i rispettivi Club a doverne pagare dazio) per aver intonato “cori beceri” che davvero, nel 2022, sono intollerabili.
Insomma, nel tanto auspicato “vento di cambiamento” che da tempo ci auguriamo, la buona notizia è proprio che questo Campionato ci sta regalando nuove emozioni con una squadra inizialmente considerata più “Cenerentola” che Regina. Ma che tale può diventare.
Allora, da buona napoletana di nascita, non faccio nomi. Semmai solo qualche dovuto “scongiuro” e questo editoriale nato con un malinconico “c’era una volta”… voglio chiuderlo con l’augurio di un meritato (e finalmente NUOVO) “lieto fine”.
Serena Spatola