Si sta ancora giocando il turno infrasettimanale e ce ne sarà un altro nel weekend, l’ultimo prima di una lunga sosta. Uno stop di circa due mesi che spedisce il campionato nell’ignoto perché nessuno può prevedere cosa ritroveremo a gennaio, considerando il Mondiale, gli eventuali infortuni, i rientri e anche la sessione invernale di calciomercato.
Il Napoli arriverà alla quindicesima giornata, l’ultima prima di fermarsi, con otto punti di vantaggio, il più grosso distacco sulle inseguitrici della sua storia. Neanche Maradona ha avuto un margine così ampio che, collegato poi a quei tempi, non porta sempre ricordi belli per i napoletani. Cinque lunghezze di vantaggio, quando il campionato stavano per finire, furono dilapidati nel 1988 con il famoso scontro diretto vinto dal Milan a Fuorigrotta il 1° maggio di quell’anno.
A Napoli c’è ovviamente gioia per questa cavalcata straordinaria, nessuna squadra nei cinque principali campionati europei ha numeri così importanti, neanche il Paris Saint-Germain in Ligue 1. Quelli che pensano, però, che in città ci siano già i caroselli vivono di luoghi comuni anche abbastanza vetusti: c’è felicità ma anche la consapevolezza che il cammino sarà ancora molto lungo.
Su un aspetto non si transige: l’idea che si possa disturbare, sporcare questo percorso con le illazioni. Dal rigore trasformato da Lozano, che ha sbloccato Napoli-Empoli, gran parte della stampa invoca il rigorino anche in prima pagina. Non ricordo in passato un trattamento di questo tipo per altre squadre anche per errori arbitrali chiari ma ognuno, quando fa informazione, risolve i conti soprattutto con la propria coscienza.
Chiarisco subito la mia posizione: nella gerarchia tra il var di Lissone e l’arbitro di campo, conta di più il direttore di gara e sul terreno di gioco tanti avrebbero dato il rigore, la dinamica sembrava lampante e al monitor non si poteva cambiare idea perché il contatto c’è e l’intensità dello stesso è competenza esclusiva dell’arbitro, in quel caso Pairetto.
In tv l’intensità non sembra clamorosa, Osimhen recupera palla e approfitta dell’ingenuità di Marin che lo aggancia sul polpaccio compiendo comunque un intervento negligente. Nella mia idea di calcio questi contatti in area di rigore non andrebbero puniti o al massimo sceglierei la punizione a due perché questi episodi non sono meritevoli di una chance così ghiotta come il rigore, il danno procurato non è proporzionale all’occasione avuta.
Il regolamento è diverso e il rigore in quell’ambito è un’opzione corretta, poteva anche non darlo, ma Pairetto ha deciso così, in questo sport comanda ancora l’arbitro che respira la stessa atmosfera dei protagonisti a meno che non ci sia un evidente errore che in questa situazione non si è verificato.
Il Napoli è primo con otto punti di vantaggio su chi insegue perché ha fatto le cose meglio di tutti. Si è preparato per una stagione anomala costruendo una rosa fresca, profonda, di qualità mentre veniva travolto dalle critiche. Ha modellato i carichi di lavoro per i ritmi infernali, ha gestito con più prudenza delle altre gli infortuni sia nella prevenzione che nella cura. Spalletti poi ha costruito un gruppo unito, che alimenta costantemente la propria fiducia giocando un bel calcio e crescendo sotto il profilo della forza mentale.
Basta prendere un po’ di numeri: 34 gol, nei cinque principali campionati europei soltanto Bayern Monaco, Manchester City e Paris Saint Germain hanno segnato di più, poi le cinque rimonte in venti partite ufficiali tra campionato e Champions League che fotografano personalità e certezze impressionanti. Il distacco è meritato, se ne faccia una ragione chi non gradisce la novità del Napoli in fuga.
Ciro Troise