La parola sostenibilità è una keyword per utilizzare il linguaggio moderno di Internet, anche una delle più utilizzate in convegni, incontri, riunioni dei dirigenti sportivi e in generale dell’anima finanziaria del calcio. Un mondo del pallone che negli ultimi due anni ha attraversato contraddizioni di ogni tipo: i grossi problemi imposti dalla pandemia, lo shock Superlega (una minaccia ancora viva) e infine la guerra con il caro-energia e tutte le ripercussioni.
In questi due anni il modello storico di andare costantemente a debito inseguendo campioni e vittorie ha fatto grande fatica, basta pensare alle difficoltà di club come la Juventus e il Barcellona.
La risposta è la sostenibilità, non è un caso che negli ultimi anni hanno vinto club dopo aver abbassato i costi, ottenuto plusvalenze. È accaduto in Francia al Lille nella stagione 2020-21, dopo la partenza di Osimhen e Gabriel Magalhaes. Il Milan nella scorsa stagione ha rappresentato un esempio avendo vinto lo scudetto con il quarto monte ingaggi, dopo aver fatto partire Donnarumma e Calhanoglu senza rincorrerli più di tanto sugli stipendi.
Il Napoli s’inserisce nello stesso solco ma la portata dell’avventura del club di De Laurentiis è ancora più corposa perché esprime una rivoluzione rapida, ha cambiato tutta la sua identità in tre mesi. Ha cancellato pezzi di storia, portando a casa anche degli introiti: più di 60 milioni per due giocatori all’ultimo anno di contratto come Koulibaly e Fabian Ruiz. Ha abbassato il monte ingaggi di circa 40 milioni, ringiovanito la rosa scoprendo giocatori d’assoluto valore come Kim e Kvaratskhelia. Sembrava essere l’estate del ridimensionamento e, invece, è stata costruita una rosa forte, profonda con alternative di livello in quasi tutti i ruoli. Se Demme nella seconda parte della stagione dovesse riuscire a trovare più spazio, Spalletti può ritrovare anche una buona alternativa a Lobotka oltre ad avere soluzioni come l’adattamento di Ndombele da play o l’idea Gaetano che lo stuzzica tanto. Nella scorsa primavera l’infortunio di Di Lorenzo fu un duro colpo ma, in caso d’assenza del capitano, Zanoli ha un anno d’esperienza in più e poi ci sono altre due ipotesi: l’adattamento di Rrahmani e Zerbin che ha gamba e potrebbe essere valorizzato avendo più campo a disposizione.
In attacco il Napoli si è concesso un investimento futuribile come Raspadori e ha inserito un profilo importante come Simeone senza svenarsi: prestito oneroso a 3,5 milioni con diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro che diventerebbe obbligo soltanto nel caso in cui Simeone realizzi 20 gol e il Napoli si qualifichi alla prossima Champions League.
Kvaratskhelia è un colpo sensazionale nel rapporto tra spesa e rendimento, Kim nella prima parte di stagione è stato uno dei migliori difensori del campionato. Il Napoli così è diventato un modello apprezzato in tutto il mondo, lo dimostrano i riconoscimenti avuti, Giuntoli è finito sul podio dei migliori direttori sportivi dell’anno al Globe Soccer Awards a Dubai e Spalletti a Nyon all’Uefa Elite Club Coaches Forum, evento tornato dopo i due anni di pandemia. Un momento di confronto sull’utilizzo del Var e sulle regole delle competizioni europee per il ciclo 2024-27 a cui hanno partecipato Erik ten Hag (Manchester United FC), Carlo Ancelotti (Real Madrid CF), Luciano Spalletti (SSC Napoli), Paulo Fonseca (LOSC Lille), Christophe Galtier (Paris Saint-Germain), Oliver Glasner (Eintracht Frankfurt), David Moyes (West Ham United FC), Roger Schmidt (SL Benfica), Rafa Benítez e Thomas Tuchel.
Dubai-Nyon-Washington, il Napoli che va oltre i propri confini e arriva fino agli Stati Uniti d’America, dove il presidente De Laurentiis è stato impegnato per alcune settimane prima di rientrare in Italia una decina di giorni fa. Un viaggio dovuto a impegni extra-sportivi ma da tempo è forte l’attenzione dei fondi americani sul Napoli, una creatura che De Laurentiis al momento non considera in vendita. La multiproprietà è consentita fino al 2028 (eccetto il caso in cui Bari ottenga la promozione in serie A), quindi c’è tempo di programmare le scelte senza la pressione del tempo.
Oltre i riconoscimenti ufficiali, c’è tutto il mondo del pallone che prova a studiare il modello Napoli.
Ciro Troise