Il calcio è un mondo strano, produce un business pazzesco ma non è capace storicamente di darsi regole chiare, che facciano da riferimento per tutti. In questo Mondiale abbiamo visto di tutto: il maxi-recupero che diventa prassi, on-field review chiamate quando la partita è già finita (il caso di Tunisia-Francia), rigori ridicoli come quelli assegnati al Portogallo contro l’Uruguay e all’Argentina contro la Polonia.
La parola-chiave è chiarezza: come vengono calcolati i recuperi? Qual è il meccanismo che porta a darne anche più di dieci minuti talvolta?
La risposta non può puntare sull’esigenza di giocare di più invocata dalla Fifa, sui discorsi per il tempo effettivo. Sono questioni da affrontare con calma, in maniera graduale, non trasportarle senza chiarezza in un Mondiale, la massima competizione sportiva.
Al di là dei recuperi, la Fifa in vista degli ottavi di finale deve intervenire sull’utilizzo del Var. Abbiamo assistito alla fiera del grottesco finora, ci sono errori causati proprio da quelli che erano al monitor, sovvertendo le valutazioni giuste dell’arbitro di campo.
Il punto di partenza da non tradire è che la direzione è del fischietto in campo che condivide emozioni, sensibilità ed ha un punto di vista privilegiato sulla partita. Il Var deve intervenire quando c’è un chiaro ed evidente errore, non su interpretazioni filosofiche come nel caso del rigore assegnato all’Argentina contro la Polonia. Per dare oggettività e giustizia, può essere opportuno lo strumento del challenge per le panchine ma non certamente l’intervento arbitrario degli uomini al Var, come accaduto spesso in questo Mondiale.
Dagli ottavi di finale si entra nelle gare ad eliminazione diretta, ogni situazione pesa moltissimo. Si tratta già di un Mondiale anomalo, che conserva nella sua nascita tante contraddizioni e ingiustizie, non regalateci partite da dentro o fuori condizionate dalla fantasia arbitrale.
Indicazioni chiare, riferimenti precisi, senza stravolgere il calcio che ha già incassato troppi scossoni. Il rigore dev’essere una cosa seria, viene definita, infatti, la massima punizione.
Vale anche per la serie A quando tornerà, che non ci sia nessun cambio di rotta (recuperi compresi) senza fare chiarezza.
Ciro Troise