A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mauro Meluso, ex direttore sportivo del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Mauro Meluso: “La permanenza di Kvara al Napoli è tanta roba”
C’è qualche difficoltà, un po’ di confusione, nel calcio moderno: riscontra anche lei questa disorganizzazione?
“Negli ultimi dieci anni è cambiata la mappa delle proprietà: non solo in Serie A, ci sono molte proprietà straniere. Quindi ci sono mentalità diverse. Quando ero a La Spezia, c’erano gli americani che sublimavano l’algoritmo. Sono cambiati i direttori sportivi, anche. C’è un profondo cambiamento, da almeno dieci anni. Ma, soprattutto negli ultimi cinque, da parte delle squadre ci sono grandissimi investimenti. Quest’anno, in particolare, le squadre si sono mosse bene. Ritengo che questo calciomercato sia stato molto movimentato”.
“Negli ultimi dieci anni è cambiata la mappa delle proprietà: non solo in Serie A, ci sono molte proprietà straniere. Quindi ci sono mentalità diverse. Quando ero a La Spezia, c’erano gli americani che sublimavano l’algoritmo. Sono cambiati i direttori sportivi, anche. C’è un profondo cambiamento, da almeno dieci anni. Ma, soprattutto negli ultimi cinque, da parte delle squadre ci sono grandissimi investimenti. Quest’anno, in particolare, le squadre si sono mosse bene. Ritengo che questo calciomercato sia stato molto movimentato”.
Vede una crescita del ruolo del direttore sportivo?
“Per la mia esperienza, posso dire che è una figura prettamente italiana. All’estero, in Inghilterra, per esempio, c’è il manager. Avendo avuto tutti questi cambi di proprietà, questo ruolo è stato messo in secondo piano, ma in Italia resta una figura centrale: qui abbiamo un know-how invidiabile in tutto il mondo, e – al di là del patriottismo – non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, qui abbiamo fatto il vero calcio. Personalmente ho sempre deciso quasi tutto, ho avuto un ampio potere decisionale, però non avviene sempre e, qualche volta, dobbiamo reinventarci, soprattutto quelli più esperti come me. Con quelli che sono i nostri principi, dobbiamo renderci utili in altro modo”.
“Per la mia esperienza, posso dire che è una figura prettamente italiana. All’estero, in Inghilterra, per esempio, c’è il manager. Avendo avuto tutti questi cambi di proprietà, questo ruolo è stato messo in secondo piano, ma in Italia resta una figura centrale: qui abbiamo un know-how invidiabile in tutto il mondo, e – al di là del patriottismo – non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, qui abbiamo fatto il vero calcio. Personalmente ho sempre deciso quasi tutto, ho avuto un ampio potere decisionale, però non avviene sempre e, qualche volta, dobbiamo reinventarci, soprattutto quelli più esperti come me. Con quelli che sono i nostri principi, dobbiamo renderci utili in altro modo”.
A Napoli come funziona? C’è un gruppo di scouting capitanati dal direttore sportivo?
“Ognuno ha i suoi metodi per gestire le cose… Ho avuto una grande opportunità, e ringrazierò a vita il presidente. Personalmente sono riconoscente a De Laurentiis: l’annata è stata decisamente negativa e si è deciso comunemente di non proseguire”.
“Ognuno ha i suoi metodi per gestire le cose… Ho avuto una grande opportunità, e ringrazierò a vita il presidente. Personalmente sono riconoscente a De Laurentiis: l’annata è stata decisamente negativa e si è deciso comunemente di non proseguire”.
Chi è, ad oggi, l’attaccante più decisivo in Serie A?
“Sono passate appena tre partite e non possiamo fare consuntivi, però il ‘nostro’ – perché mi sento ancora appartenere a questa realtà – Kvara sarà ancora decisivo, è in grande spolvero. Anche Bonny del Parma può essere determinante. E poi i soliti: Morata, Lukaku, Vlahovic, Thuram, questi sono quelli che, sulla carta, possono essere importanti. Ma insisto su Bonny perché lo seguivo anche l’anno scorso. Inoltre, Dovbyk della Roma non mi fa impazzire, non lo ritengo adatto al nostro campionato: credo ci metta un po’ di più per adattarsi. Le nostre difese sono forti, non sarà facile per lui”.
“Sono passate appena tre partite e non possiamo fare consuntivi, però il ‘nostro’ – perché mi sento ancora appartenere a questa realtà – Kvara sarà ancora decisivo, è in grande spolvero. Anche Bonny del Parma può essere determinante. E poi i soliti: Morata, Lukaku, Vlahovic, Thuram, questi sono quelli che, sulla carta, possono essere importanti. Ma insisto su Bonny perché lo seguivo anche l’anno scorso. Inoltre, Dovbyk della Roma non mi fa impazzire, non lo ritengo adatto al nostro campionato: credo ci metta un po’ di più per adattarsi. Le nostre difese sono forti, non sarà facile per lui”.
Il direttore Meluso, inoltre, dice la sua sul calciomercato in generale:
“C’è da fare i complimenti a Giuntoli e Thiago Motta perché la Juve ha fatto un buon mercato. Anche il Parma ha fatto un buon mercato, Pecchia e Pedersoli hanno messo su una bella squadra giovane: in questi anni, hanno speso una marea di soldi. Quando ero a La Spezia, tre anni fa, il Parma retrocesso aveva speso ottanta milioni ed era retrocesso, noi invece ci salvammo con appena tre milioni investiti. La loro società è stata brava a tenere botta e ora hanno una squadra piena di giovani talenti che, oggi, hanno dimostrato per avere le qualità di rimanere in serie A. Non si sono fatti prendere dal nervosismo e dalle preoccupazioni della piazza”.
“C’è da fare i complimenti a Giuntoli e Thiago Motta perché la Juve ha fatto un buon mercato. Anche il Parma ha fatto un buon mercato, Pecchia e Pedersoli hanno messo su una bella squadra giovane: in questi anni, hanno speso una marea di soldi. Quando ero a La Spezia, tre anni fa, il Parma retrocesso aveva speso ottanta milioni ed era retrocesso, noi invece ci salvammo con appena tre milioni investiti. La loro società è stata brava a tenere botta e ora hanno una squadra piena di giovani talenti che, oggi, hanno dimostrato per avere le qualità di rimanere in serie A. Non si sono fatti prendere dal nervosismo e dalle preoccupazioni della piazza”.
Castellanos al posto di Immobile: la convince?
“Sì, molto: sono convinto che anche lui farà bene. È al secondo anno in serie A quindi migliorerà l’ambientamento ma è un attaccante che ha carattere e sono sicuro che sarà decisivo”.
“Sì, molto: sono convinto che anche lui farà bene. È al secondo anno in serie A quindi migliorerà l’ambientamento ma è un attaccante che ha carattere e sono sicuro che sarà decisivo”.
Dovbyk è stato monitorato dal Napoli?
“Abbiamo guardato tutto il mondo. Anche lui. L’ho visto più volte. Purtroppo in video, perché ci siamo mossi poco. L’anno scorso avrò visto una ventina di campionati, insieme a Micheli e Mantovani. È un modo di lavorare tipicamente italiano quello di avere più osservatori e a Napoli ci sono grandi professionisti”.
“Abbiamo guardato tutto il mondo. Anche lui. L’ho visto più volte. Purtroppo in video, perché ci siamo mossi poco. L’anno scorso avrò visto una ventina di campionati, insieme a Micheli e Mantovani. È un modo di lavorare tipicamente italiano quello di avere più osservatori e a Napoli ci sono grandi professionisti”.
Fabio Pecchia interessava al Napoli?
“Non posso dirlo, non è corretto. Posso dire che Pecchia ha fatto dei lavori straordinari fra Cremona e Parma e bisogna dargli atto che è cresciuto tanto dopo aver fatto da secondo a Benitez. C’è molto di suo in questa squadra che mi ha stupito molto. Ci sono delle situazioni che non le improvvisi, le studi, e l’allenatore sta valorizzando i giocatori”.
“Non posso dirlo, non è corretto. Posso dire che Pecchia ha fatto dei lavori straordinari fra Cremona e Parma e bisogna dargli atto che è cresciuto tanto dopo aver fatto da secondo a Benitez. C’è molto di suo in questa squadra che mi ha stupito molto. Ci sono delle situazioni che non le improvvisi, le studi, e l’allenatore sta valorizzando i giocatori”.
Fra i tanti acquisti del Napoli di questa stagione qual è il migliore?
“La permanenza di Kvara è tanta roba! Un giocatore di quel livello, dopo un’annata disgraziata, non gioca in Europa, non è un fattore da dare per scontato. Anche i giocatori che sono arrivati che sanno di non fare le coppe. Buongiorno è un giocatore di grande livello, che poteva ambire ad una squadra che giocava le coppe. Però hanno scelto di puntare a ritornare in Champions”.
“La permanenza di Kvara è tanta roba! Un giocatore di quel livello, dopo un’annata disgraziata, non gioca in Europa, non è un fattore da dare per scontato. Anche i giocatori che sono arrivati che sanno di non fare le coppe. Buongiorno è un giocatore di grande livello, che poteva ambire ad una squadra che giocava le coppe. Però hanno scelto di puntare a ritornare in Champions”.