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Croazia, la semifinale nel segno del veterano: l’importanza di Luka Modric

By Dicembre 9, 2022No Comments

Molti hanno definito la Croazia una sorpresa, ma forse il passaggio in semifinale della squadra europea, che ha eliminato il Brasile, di sorprendente non ha poi cosi tanto. I verdeoro erano certamente più quotati e anche considerando il piano del gioco, il destino dei sudamericani verso le fasi finali del torneo pareva poco in discussione, eppure la rosa che li ha fronteggiati ha saputo tenere testa agli attacchi, ha saputo reagire al pressing asfissiante, fino alla fine, fino ai rigori. I croati non hanno giocato la loro miglior partita, la gara è stata impostata quasi tutta sulla fase difensiva, aiutata da un Livakovic praticamente eroico, eppure le porte della semifinale si sono spalancate. Oltre al portiere, un altro protagonista di questa qualificazione non può essere altri che Luka Modric. Il giocatore del Real Madrid è il motore di questa squadra, il leader sotto tanti aspetti e anche in questo frangente ha dimostrato quanto il suo contributo sia ancora fondamentale. 

Croazia, la corsa e l’estro: Modric leader senza fatica

Trentasette anni compiuti a settembre, un talento cristallino e riconosciuto, che non ha niente da invidiare a fenomeni come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Tra i piedi del madridista passano le manovre della Croazia, che senza di lui perde un punto di riferimento importante. Palla a terra e una corsa che non finisce più, chilometri nelle gambe e una stanchezza che non sembra arrivare mai. Modric è senza dubbio il perno di una squadra che sa soffrire e lo ha dimostrato contro il Belgio, il Giappone e anche il Brasile, che arretra tanto, ma non lascia spazi. Il nativo di Zara, nella sfida dei quarti di finale contro Neymar e compagni è rimasto in campo per tutti i 120’, continuando imperterrito nella sua azione a centrocampo. Poi sul dischetto, la freddezza che ti aspetti, il veterano che non fallisce, il Pallone d’Oro che tutti hanno imparato a conoscere. Calciatore e uomo: lo scambio della sfera con Casemiro e poi l’abbraccio finale, quasi commovente, là dove c’è il gioco vero, c’è anche il rispetto del campione. 

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